“CARA FIGLIA, VIENE PRIMA LA MAGICA”

Una storia paradossale, eppure vera.
Capita che la Roma, come ben noto, mercoledì 31 maggio disputi la finale di Europa League.
Budapest, Puskas Arena, la truppa di Mourinho opposta al Siviglia.
Seconda finale europea nel giro di due anni.
Opportunità, da parte della Lupa, di approdare nella prossima edizione della Champions League, conquistando tale trofeo.
Capita, anche, però, che mercoledì 31 maggio, una ragazza di nome Marta, si laurei in Biologia, e che suo papà, il giorno della discussione della tesi, non sia presente in uno dei momenti più importanti di sua figlia, proprio, perché, possessore di un biglietto per la trasferta in terra magiara, al fine di seguire la Roma.
Vicenda paradossale, ma reale, raccontata da Marta, per l'appunto, su Rai Radio2, durante la trasmissione, I Lunatici, condotto da Andrea Di Ciancio e Roberto Arduini.
Una storia, quindi, che ha fatto discutere, aprendo un tam tam mediatico non indifferente.
C'è chi si sia schierato dalla parte della figlia, condividendo quella frustrazione e quello stupore nell'assistere ad un atteggiamento, alquanto discutibile, di un papà che nel giorno della laurea di sua figlia, preferisca non perdersi un appuntamento, altresì importante, ma della sua squadra del cuore.
Ed invece chi, nel nome di una fede calcistica, comprenda la scelta del papà, in questione, di volare in Ungheria.
Punti di vista.
Punti di vista, però, che difficilmente mi spingano lontano dallo sconcerto della giovane Marta.
Un percorso di studi faticoso, impegnativo.
Un percorso di studi che trovi la sua degna conclusione con la discussione della tesi, in uno dei momenti spartiacque della sua esistenza.
Eppure tutto ciò, dovendo fare i conti con l'assenza di un papà che, mercoledì 31 maggio, preferisca urlare "Forza Roma!" dalla Puskas Arena, piuttosto che abbracciare e asciugare le lacrime di commozione della sua Marta.
Fermi tutti, ragazzi!.
Passi per la passione, passi per l'amore per il calcio, passi per l'importanza e il trasporto emotivo per una finale europea, ma dinnanzi agli affetti più intimi, dinnanzi alla laurea di una figlia, tutto il resto vada posto in secondo o terzo piano.
Ma la Roma non si discute – o qualsiasi altra squadra del cuore -.
Certo, forse la Roma non si discuterà, ma a far discutere sia l'atteggiamento e la decisione assunta da un uomo che di certo, non si sia dimenticato di essere un tifoso, ma, probabilmente, abbia seriamente smarrito un dettaglio non trascurabile, vale a dire quello di essere papà di una ragazza di nome Marta, che il prossimo 31 maggio, si laureerà in Biologia, completando un percorso di studi severo e faticoso, e probabilmente anche più severo e faticoso del tragitto che abbia condotto la squadra di Mou ad affrontare il Siviglia, in finale di Europa League.
Lorenzo Cristallo