“BUTTERFLY”

Quando da una breve intervista, emerge la dolcezza, la raffinatezza, la leggiadria di una pugile.

Ossimoro servito su un piatto d'oro, ma non è così.

Oro come la medaglia del campionato Mondiale di boxe, conquistato a Nuova Delhi.

Lei, Irma Testa, 25 anni, di Torre Annunziata, ed un'escalation intrapresa a colpi di pugni.

Pugni sul ring, per abbattere i pregiudizi, il passato, per smentire tutti coloro che affermino, con saccenza, che da alcuni territori sia impossibile alimentare sogni.

Sogni che Irma Testa, da bambina, non nutriva.

Lo ha raccontato, ieri, durante la puntata di "Cinque Minuti", approfondimento di attualità, in onda su Rai Uno, condotto da Bruno Vespa.

In quanto, per chi nasca a Torre Annunziata, nella periferia di Torre Annunziata, sia complicato sperare in un futuro raggiante.

Nella sua camera, condivisa con i nonni, Irma non possedeva né poster di un suo idolo, né un peluche.

Però, dentro di lei, cresceva una passione.

Quella per il pugilato.

Passione verso cui, sua madre, mai si oppose.

Fu proprio lei a spingerla a tendere la mano al maestro, Lucio Zurlo, allenandosi in una palestra di fortuna della sua città, per muovere i primi passi sul ring, al fine di misurarsi con i suoi obiettivi, per prendere a "cazzotti" un presente tutt'altro che semplice.

Irma ci sa fare. La sua dolcezza, la sua mitezza, sul ring si trasformano.

Si trasformano, sino a diventare una pugile aggressiva, intelligente e "cattiva", nell'accezione più appropriata per tratteggiare aspetti famelici fondamentali, quando si pratichi la nobile arte.

Irma, quindi, spinta dalla madre, si trasferisce a Cassino.

Anni di duro lavoro, di miglioramenti progressivi.

Anni lontani da Torre Annunziata per scoprire sé stessa, per amarsi, per valorizzarsi, per scacciare via i fantasmi che la attanagliavano.

Nell'intervista di ieri, stupisca il coraggio con cui abbia voluto sovvertire un destino, apparentemente, scritto, percorrendo sentieri inesplorati.

Nell'intervista di ieri, si rimane sconcertati, quando Irma affermi che le sue coetanee abbiano come obiettivi, quello di sposarsi in età adolescenziale, mettere al mondo qualche figlio, sperando che il proprio compagno non si macchi di qualche reato per non essere recluso in carcere.

Uno scenario triste, malinconico, polveroso e grigio, come nelle dimenticate periferie d'Italia.

Irma, invece, ha combattuto contro i suoi demoni, e contro una realtà che non le appartenesse.

Irma vola sul ring, come una farfalla.

Leggiadra, rapida nei movimenti, e veloce. Velocità di pensiero e di azione.

Irma conquista una medaglia di bronzo all'Olimpiade di Tokyo, nel 2020, due medaglie d'oro nei campionati europei, ed infine il trionfo di Nuova Delhi, sabato scorso, centrando, anche lì, un oro per scrivere la storia.

Da Bruno Vespa, Irma Testa, non ha celato i suoi nuovi traguardi.

Quello di far sua una medaglia d'oro alle Olimpiadi, per entrare nel novero delle migliori di sempre, per poi gettare lo sguardo sulla sua vita privata.

Irma è stata protagonista di un coming out, da cui sua madre non sia rimasta sorpresa.

Irma ha affermato che sua madre lo aveva sempre saputo, ma in silenzio abbia atteso il momento in cui sua figlia si sarebbe sentita pronta per dichiararlo.

Irma ha aggiunto che, al momento, non sia alla ricerca dell'amore, e che sarà, proprio, essa, a venirla a cercare. Nel frattempo il suo coming out sia da inquadrare come uno sprone, una fonte di coraggio per tutte coloro che convivono, nelle periferie delle grandi metropoli, con il proprio orientamento sessuale come se fosse qualcosa di cui vergognarsi, da mettere al silenziatore, per evitare giudizi esterni o, ancor peggio, ritorsioni fra le proprie mura domestiche.

Irma, invece, ha volato su tutto questo.

Con forza, coraggio, con la caparbietà di chi si sia andata a prendere il suo sogno, lontano da casa.

Lontano da quella casa, lontano da Torre Annunziata, dove una piccola Irma non sognava, ma scrutava, dalla finestra, il mondo che le appartenesse, distante da lì.

Lorenzo Cristallo