“BUM BUM TORO”

Torino cinico, organizzato, spietato.
Tre aggettivi per sintetizzare la performance dei granata al Via del Mare di Lecce.
Il lunch match della ventiseiesima giornata di serie A si conclude con il punteggio di 0-2 per i granata, al cospetto dei padroni di casa salentini.
Gol entrambi nel primo tempo: Singo al 20' e Sanabria al 23'.
Tra l'altro, in occasione del raddoppio griffato dall'attaccante paraguaiano, è da sottolineare lo splendido assist servitogli da Radonjic, il quale ha riscattato, così, l'opaca performance nel derby, costatagli una sostituzione immediata e la sfuriata di Juric.
Per il resto, tanto nervosismo, a fine primo tempo, a seguito di un fallo di Ilic nei confronti di Strefezza, da cui ne sia derivato un parapiglia, in cui a farne le spese siano stati due membri delle panchine avversarie.
Nella ripresa, Baroni si gioca le carte Colombo e Oudin, al fine di cambiare spartito nel reparto avanzato, ma la gara riserverà ben poche emozioni.
I granata si limiteranno ad un'ordinaria amministrazione, con lo scopo di portare a casa i tre punti.
Il Lecce proverà qualche affondo senza, però, impensierire Milinkovic-Savic.
E così scivola via un partita che galvanizza la truppa di Juric, al secondo successo consecutivo, consentendo al Toro di issarsi a quota 37, occupando, momentaneamente, il settimo posto in classifica, in piena zona Conference League.
Per quanto concerne, invece, i padroni di casa giallorossi, Lecce alla terza sconfitta di fila.
Dopo il successo di Bergamo, salentini ko al cospetto di Sassuolo, Inter e Torino, per l'appunto, annoverando uno score di 5 gol subiti, negli ultimi 270 minuti, e zero realizzati.
Campanello d'allarme, dunque, per una compagine con 27 punti all'attivo, dopo 26 giornate, e a +9 dal Verona terzultimo.
Apparentemente non sembrino esserci ombre fosche all'orizzonte, ma, indubbiamente, la banda di Marco Baroni dovrà risvegliarsi dal torpore, mostrando il volto sbarazzino e pungente, evidenziato sino a qualche settimana fa.
Nulla a che vedere con la squadra priva di idee e di mordente, opposta ad un Torino cinico, organizzato e spietato, capace di capitalizzare al meglio le occasioni prodotte.
Lorenzo Cristallo