“BEBE, SANDRO E LE BARRIERE CADONO GIU’”

Sfidare la disabilità.
Ma disabilità intesa come mancanza di capacità da parte di alcuni di predicare e attuare l'inclusione e l'integrazione di fronte d un deficit fisico.
Ed allora chi meglio di Bebe Vio e Sandro Tonali, per promuove un messaggio inteso ad unire, ad abbracciare, attraverso lo sport, ragazzini di tutte le età, senza distinzione alcuna.
Siamo a Milano, alla Bebe Vio Academy.
Nella giornata di ieri, nella struttura diretta dalla campionessa paraolimpica, è giunta una gradita sorpresa, vale a dire la visita di Sandro Tonali, centrocampista del Milan.
Nella Bebe Vio Academy possono iscriversi bambini, adolescenti, dai 6 ai 18 anni.
Con disabilità motoria e non, nel nome di uno sport che unisca, senza effettuare distinguo.
Le discipline praticate sono l'atletica, il calcio, la pallavolo, il basket, la scherma, sport popolari con l'obiettivo di abbattere, di infrangere, tabù e pregiudizi.
Perché Bebe Vio sappia bene cosa voglia significare la ghettizzazione.
Il sentirsi diverso agli occhi di osservatori che si limitino al primo sguardo.
A quell'osservazione superficiale che metta in evidenza un handicap palese.
Senza andare oltre, però.
Senza tener conto della forza di volontà, dello spirito combattivo, della resilienza di bambini, di adolescenti che attraverso lo sport – qualunque esso sia – possano confrontarsi con i propri limiti e superarli.
Come ha fatto Bebe Vio, sfidando a colpi di spada un destino non propriamente benevolo.
Sandro Tonali, da par suo, ha portato il volto del calcio.
Il beniamino per molti dei bambini e dei ragazzini iscritti all'Academy.
Il campione rossonero e della Nazionale italiana, ha osservato da vicino la loro forza di volontà, la loro passione, e altresì la spensieratezza che solo lo sport riesca a regalare.
Attraverso lo sport combattere l'ostracismo di una società, troppo spesso, voyeuristica e giudicante.
Attraverso lo sport raggiungere vette ambite, scrollandosi di dosso paure, limiti e quella vocina insopportabile che pronunci la frase: "Non ce la posso fare".
Lo sport come terapia, lo sport come strumento di rinascita e presa di coscienza.
Lo sport per issarsi in alto, lo sport per sconfiggere timori, credendo in sé.
Calcio, pallavolo, atletica, poco importa. Bebe Vio è lì, con i suoi collaboratori, a trasmettere tenacia, competenza e la propria esperienza al servizio dei piccoli atleti.
Sandro Tonali avrà fornito un grande incoraggiamento ai suoi tifosi, ricevendo, però, una lezione.
Una lezione da riproporre sul rettangolo di gioco, ossia che nulla sia precluso, nulla sia impossibile e che nella ferrea volontà che si respiri all'interno di quell'Academy, ci siano tutte le risorse al fine di superare ostacoli, dicerie, preconcetti e perché no, anche gli avversari più temibili sul campo.
Lo sport è vita, lo sport è integrazione, lo sport è civiltà.
Lorenzo Cristallo