“BANDOLERO STANCO”

07.06.2023

Si è congedato dal popolo juventino, e dalla Juventus.

Resterà una meteora.

Di lusso, prestigiosa, dal nome altisonante, ma nei libri di storia bianconera, entrerà a far parte della categoria "flop".

Angel Di Maria, l'angelo issatosi in cielo, a sprazzi.

Fra infortuni, un'espulsione scriteriata, le voci di addio, poi la sensazione che la sua liaison potesse proseguire almeno per un'altra stagione, ed infine il crollo.

Nel momento cruciale nella stagione, in una notte, quella del Ramon Sanchez Pizjuan, che abbia sancito la resa dell'argentino.

La resa del campione del mondo.

Colui che ha trascorso la prima metà di stagione con il pensiero rivolto in Qatar.

Vincere la Coppa del Mondo, il suo assillo.

Assillo materializzatosi, anche grazie a un suo gol, il 18 dicembre scorso.

Con la Seleccion raggiunge l'olimpo e ad onor del vero anche a Torino sembri esser tornato un calciatore rigenerato.

Alla ripresa del campionato, segna contro il Napoli, va in gol contro l'Atalanta, in un contesto in cui le penalizzazioni inizino ad assumere il sopravvento, in casa Juventus.

Una serata da incorniciare, forse l'unica, quella del 23 febbraio scorso, Stade de la Beaujoire, gara di ritorno per accedere agli ottavi di Europa League.

Bianconeri che stendono il Nantes per 0-3 e sugli scudi, proprio lui: Angel Di Maria.

Una tripletta da urlo, condita dal primo gol, gemma che resterà indelebile nei suoi 12 mesi all'ombra della Mole.

Per il resto ben poco da segnalare.

Tanti stop dettati da una condizione fisica precaria, e l'effige di un investimento sbagliato.

Di Maria ad incarnare una delle tante contraddizioni emerse durante questa stagione, figlia, tra l'altro, di una campagna acquisti della scorsa estate, caratterizzata da "figurine" che, poi, nella realtà, ben poco abbiano dato alla causa.

Le sue parole di addio sono di ringraziamento verso l'ambiente e verso i tifosi, pur riconoscendo le difficoltà nel non aver fornito quel contributo atteso.

Lascia una Juve giunta settima in campionato, funestata dalle vicende extracampo e con una modesta qualificazione in Conference League.

Chi si aspettava da lui, giocate e prestazioni sontuose, sia rimasto deluso.

Per Di Maria, il titolo, ambito, di campione del mondo con l'Albiceleste e null'altro in bianconero.

L'angelo che cade a terra, si sbuccia le ginocchia, si rialza e corre via.

Non c'è spazio per lui, nella Juve del futuro, in quella Juve obbligata a guardare il futuro attraverso gli occhi di chi abbia fame di futuro.

Lorenzo Cristallo

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