“ASINO OVUNQUE”

16.02.2023

Faccio fatica, molta fatica, a comprendere.

Ma andiamo con ordine.

Il Vanchiglia è una società dilettantistica del torinese.

Tale società ha assunto un'iniziativa, vale a dire i tesserati che riporteranno voti negativi per quanto concerne il rendimento scolastico, e la condotta, non verranno convocati nella partite di calcio.

Un'iniziativa - chiamiamola così - intrapresa dal club piemontese e spiegata agli organi di stampa, - che hanno acceso i riflettori su questo caso - dall'allenatore Vincenzo Manzo, con un trascorso nella prima metà degli anni '90, nelle giovanili della Juventus.

Manzo ha raccontato come, ai tempi, anche il club bianconero fosse attento nel far procedere di pari passo l'andamento scolastico, con la crescita sportiva di un adolescente, rimarcando l'importanza dell'istruzione, per poi farsi trovare pronti sul rettangolo di gioco.

Tutto bene.

L'importanza e l'imprescindibilità dell'Istruzione è fondamentale.

Fondamentale per la crescita di un bambino, fondamentale per tracciare un sentiero per il domani, fondamentale per essere liberi e scevri da qualsiasi forma di ricatto.

Tutto bene.

Però, non è detto che il talento sportivo debba andare pari passo con una particolare predilezione per gli studi.

Il mondo del calcio è ricco di esempi di fuoriclasse che fra i banchi di scuola facessero fatica a raggiungere la sufficienza.

Se avessimo dato seguito al progetto avanzato dalla società del Vanchiglia, probabilmente il calcio italiano, e non solo, avrebbe perso per strada giocatori capaci di scrivere pagine indelebili nella storia del football.

E poi, chi ha stabilito che un ragazzino, casomai poco propenso nell'affrontare con brillantezza un percorso scolastico, non trovi nello sport - e nel calcio - quel motivo di riscatto, di rivalsa, quello spazio per non sentirsi fanalino di coda in una società capace di stilare classifiche e di premiare i migliori, impedendo opportunità a chi stenti, e facilmente rischi di restare, irrimediabilmente, indietro?.

Perché, lanciare solo il messaggio che la società del domani sia riservata, esclusivamente, ai numeri uno?.

Per quelli bravi fra i banchi di scuola e apprezzabili, casomai, sul rettangolo verde?.

Perché non puntare su ragazzini che non siano geni della matematica o della letteratura, ma che, in campo, trovino modo per esternare il proprio talento, la propria fame di arrivare, in sintesi: le proprie qualità?.

Trasmettere agli adolescenti l'importanza della scuola e l'importanza di studiare, di applicarsi, nel nome del sapere e delle conoscenze, è quanto di più educativo possa esserci.

Fare in modo, però, che una pagella insoddisfacente, si ripercuota, anche, nell'attività sportiva, lo ritengo un atteggiamento inaccettabile.

Sarebbe come privare un ragazzo di imporsi nel suo ambito prediletto.

Sarebbe come, bocciare due volte un ragazzo che, forse, non sia un alunno modello, ma di certo, nello sport, trovi quell'ancora di salvezza per continuare a credere in sé.

Lorenzo Cristallo 

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