“ARIA PULITA”

12.04.2023

Tirare un sospiro, significhi, anche, far andare via tossine indigeste.

Tirare un sospiro, sia anche un modo per accumulare forza ed affrontare le sfide che verranno.

O meglio, la sfida che verrà.

Nell'aria si respira come un'aria da sfavorita.

Napoli vittima sacrificale del Milan, in Champions.

E' come se la tradizione dei rossoneri possa prevalere sull'arrembanza azzurra.

E' come se la sconfitta del 2 aprile scorso sia il viatico verso una debacle dei partenopei, in campo europeo.

E' come se la conquista – scaramanzia, permettendo – dello scudetto, possa esser sufficiente per rallegrare una città intera.

E' come se l'assenza di Osimhen, ed anche quella di Simeone, siano fattori in grado di spostare l'ago della bilancia dalla parte del diavolo.

E' come, infine, che non ci si riesca a spostare un po' più in avanti con l'immaginazione, ipotizzando ciò che possa accedere martedì 18 aprile, nel contesto di una sfida dall'esito ancora incerto.

Ecco perché, questa sera, a San Siro, al netto di tutti questi "nonostante", debba regnare ottimismo dalle parti della squadra azzurra.

Ottimismo, in quanto, in campionato, un cammino così sontuoso, qualcosa voglia pur dire.

Ottimismo, in quanto, il Napoli non sia approdato ai quarti di Champions League, per caso.

Sette vittorie su 8 gare disputate, primo posto nel girone e attacco capace di mettere a referto 25 gol.

Ed allora ha ragione Luciano Spalletti, tecnico che, sin qui, mai abbia fallito una dichiarazione.

L'allenatore di Certaldo ribadisce che la sua squadra non abbia l'obbligo morale di conquistare la coppa dalle grandi orecchie, ma sia pur vero che, in questa stagione, molte volte abbia vinto delle gare, anche contro il Milan, nel match d'andata di campionato, priva del bomber "mascherato".

Dovranno, quindi, essere queste le parole su cui far leva per affrontare il Milan.

Milan galvanizzato dal successo del Maradona, Milan sostenuto da uno stadio che ribollirà di passione e tifo per i colori rossoneri, ma etichettare questo Napoli come vittima sacrificale di turno, appaia fuori luogo.

Nonostante l'assenza di Osimhen, un attacco da reinventare e qualche certezza smarritasi quel 2 aprile scorso.

Questa sera è tutto un altro palcoscenico.

Tutta un'altra storia, anzi, tutta n'ata storia, come direbbe il Maestro, Pino Daniele.

I quarti rappresentino un inedito per il club partenopeo, e altresì lo sarebbe una semifinale.

Per non parlare, poi, di un'eventuale finale ad Istanbul.

Ed allora aria pulita, aprite le finestre dalle parti del Vesuvio.

Sciuè, sciuè: il Napoli ha dimostrato di reagire, di rialzare la testa anche nei rari inciampi materializzatisi in una stagione che da fantastica – in campionato – rischi di tramutarsi in ineguagliabile, se in Europa …

Sssh, silenzio, in quanto sia pur sempre vero che la scaramanzia non sia completamente scomparsa dalla città del sole.

Lorenzo Cristallo

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