“ARGENTO E ORO”

Al di là del Treble.
Al di là degli elogi, degli encomi, degli attestati.
35 titoli in carriera, così come Mircea Lucescu.
Allenatore illustre, vincente, visionario.
Gotha del calcio internazionale.
Docente di una materia trattata con filosofia, tratteggiando la perfezione.
Eppure Pep Guardiola, oltre a ciò, metta in vetrina l'uomo.
L'uomo che due anni fa, al termine di una finale di Champions persa, onorò la medaglia d'argento.
La baciò, la tenne stretta al collo, con la promessa che quella medaglia sarebbe diventata d'oro.
Eravamo ad Oporto, e il Chelsea aveva fatto piangere i Citizens, in un derby tutto d'Oltremanica.
Due anni dopo, quindi, nel 2023, quella medaglia d'argento si è trasformata in oro.
E questa Champions, sia andata a far compagnia alla Premier e alla FA Cup, a culmine della stagione del cosiddetto, Treble.
Marchio di fabbrica non appartenente, più, solo allo United, ma da ieri sera anche all'altra metà di Manchester, quella celeste del City.
E Pep Guardiola anche in questa circostanza si distingue.
Al di là degli aspetti, prettamente, tecnici.
Guardiola elogia l'Inter, dispensa parole al miele per Onana, ammette che se la partita si fosse prolungata sino ai tempi supplementari, i nerazzurri non avrebbero "rubato" nulla, e poi tende la mano verso Simone Inzaghi.
Afferma di conoscere le sensazioni che, al triplice fischio, il tecnico piacentino abbia provato.
Sensazioni, però, da trasformare in stimoli.
Stimoli al fine di tornare a competere per la coppa più ambita, più prestigiosa, più blasonata.
Come fece lui, al culmine della disfatta di Oporto.
Terza Champions in carriera, e secondo "Triplete" in carriera.
La carriera di un uomo inarrivabile, il numero uno per eccellenza.
Sua Maestà Pep Guardiola.
King Pep.
Imperatore Pep.
Uomo mai banale, sferzante, ed emblema della sportività.
L'umanità manifestata anche se contornato d'oro.
Vincente, ma capace di rialzarsi dalla polvere.
Non accontentandosi mai.
Maestro delle magie.
Come quella di trasformare argento in oro.
Un secondo posto in un primo.
L'etichetta di vice-campione a campione.
Campione d'Europa.
Uno che non sappia cosa voglia dire arrendersi, ripartendo da una medaglia d'argento sul collo.
Lorenzo Cristallo