“AMORE E RABBIA”

24.01.2023

Amore e rabbia, sentimenti apparentemente contrastanti.

Amore e rabbia, diffusi, dilaganti, serpeggianti nella domenica sera post-sentenza.

-15 i punti di penalizzazione, vicino allo zero la temperatura che ha avvolto lo Stadium.

Lo Stadium culla di amore e rabbia, di gesti, di visi, di espressioni e di scariche elettriche di adrenalina.

Amore e rabbia, dunque.

Nella serata dell'orgoglio bianconero, in un 3-3 che resterà nella storia di una Juve ferita e schiaffeggiata da una sentenza ingiusta ed iniqua.

Opinabile a tal punto da stringere il popolo juventino attorno alla propria squadra.

Esultando, incoraggiando i propri beniamini, dopo le reti di Di Maria, Milik e Danilo.

Il tripudio in occasione del gol del capitano.

I pugni stretti con cui Allegri, rabbiosamente, ha esultato, sono l'espressione principe degli ossimori che vagavano nella casa della Vecchia Signora.

Pugni chiusi, con all'interno la frustrazione verso una punizione severa che ha annichilito le speranze e i sogni di rimonta in ottica scudetto.

Pugni chiusi, però, per una Juve che non si arrende.

Che combatterà, con rispetto e dignità, nelle aule giudiziarie, e che sul campo proverà a non lasciar spazio ai rimpianti.

Più punti possibili da conquistare in campionato e poi una Coppa Italia ed un'Europa League da onorare sino all'ultimo, sino alla finale.

Chissà.

In fin dei conti l'Europa dei grandi, o meno, potrebbe trovare il pertugio giusto fra gli impegni infrasettimanali.

Nel contesto di una stagione anomala, contraddittoria e complicata, tutto è possibile.

Nella stagione dello tsunami giudiziario, delle dimissioni di Andrea Agnelli, di Ferrero e Scanavino come volti nuovi della Juventus, e di una squadra chiamata - e costretta - a gettare il cuore oltre l'ostacolo - e gli ostacoli - tutto può accadere.

Può accadere, così, di convivere fra ossimori, fra sentimenti contrastanti.

L'amore e la rabbia.

L'orgoglio e la frustrazione.

Immagini diametralmente opposte, ma riconducibili ad un'unica causa.

Quella bianconera, quella della riscossa.

Quella di una squadra sgambettata, rigettata nell'anonimato, ma vogliosa di mostrare il suo volto famelico e arrabbiato.

Nutrendosi, però, dell'amore.

Dei cori, delle sciarpate e delle bandiere.

Quelle esposte in una domenica sera di gennaio, fra il -15 di penalizzazione ed una temperatura esterna vicino ai zero gradi.

Numeri impietosi per una squadra ed una società travolti nel marasma di immagini, gesti ed emozioni, solo all'apparenza, in opposizione fra loro.

Lorenzo Cristallo

Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia