“56 GIORNI DOPO”

E' l'immagine più bella del Natale.
Del Natale degli appassionati di calcio o di tutti coloro, gente comune, che quel 27 ottobre abbiano fatto i conti con una notizia di cronaca nera, raccapricciante, cruda e ingiustificabile.
Un folle, a piede libero, che sparge terrore presso il Centro Commerciale di Assago.
Gli attimi concitati, l'accoltellamento fatale nei confronti di Luis Fernando Ruggieri, un giovane commesso, intento nel svolgere il suo lavoro, e la paura diffusa fra i presenti, compreso Pablo Marì, lì, in quell'istante, nell'effettuare la spesa in compagnia di sua moglie e suo figlio.
Un colpo alla schiena, per fortuna non mortale, e l'impavido intervento di Massimo Tarantino, uno che, con Pablo Marì, abbia in comune un passato da illustre calciatore.
L'intervento chirurgico, quindi, la riabilitazione, l'attesa, e ieri l'inaspettato rientro in campo.
Inserito nella lista dei convocati da mister Raffaele Palladino, al minuto 78, il difensore spagnolo, fa ingresso sul rettangolo verde del Groupama Stadium di Lione.
In una serata che resterà nella storia.
Nella storia, in quanto il Monza abbia vinto per 1-2, al cospetto di una formazione francese, ottava in Ligue 1, e allenata dall'ex campione del mondo, con i Bleus, Laurent Blanc.
Un successo griffato Dany Mota-Caprari, ma che abbia visto il rientro in campo di Pablo Marì.
Il numero 3 che ha sventato una tragedia personale, grazie all'aiuto del buon Dio, e di un destino che, probabilmente, non aveva sancito che quel 27 ottobre sarebbe stata l'ultima pagina di uno splendido libro, dal nome vita.
Pablo Marì è tornato sul rettangolo verde, chiudendo il match con addosso la fascia di capitano.
Un rientro in campo sperato dai suoi tifosi, dai dirigenti, da Adriano Galliani, tra i primi a catapultarsi al suo capezzale in quel giovedì tetro, che tutti ricorderemo tristemente.
Un pomeriggio di ordinaria follia che però non ha impedito al calciatore iberico di tornare fra i suoi compagni, fra la sua gente, nel suo mondo.
Quello del calcio.
Di quel calcio che riesce a regalare, spesso, storie meravigliose, a lieto fine, storie infarcite di coraggio e forza di andare avanti.
Lasciandosi alle spalle l'atrocità di una tragedia evitabile.
Che fantastica storia è la vita, affermava Antonello Venditti.
E forse, sia proprio così.
Fantastica e imprevedibile, ma sempre in grado di regalare una seconda opportunità, un nuovo capitolo.
Come avvenuto ieri, al minuto 78 di Lione-Monza, un'amichevole pre-natalizia, che ha lasciato in dote un regalo prezioso e desiderato, quello di tornare ad ammirare Pablo Marì nel dirigere la retroguardia della squadra brianzola. In quello che è il suo mondo, lontano dagli spettri e dall'orrore di un 27 ottobre che ha spezzato l'esistenza di un ragazzo come noi, uno che in quel Centro Commerciale ha pagato con la vita, la follia disumana di un soggetto inquietante, per molti passato inosservato.
Lorenzo Cristallo